Il sogno è stato realizzato, l’incantesimo è finito, Giampaolo Pazzini a 36 anni ha deciso di dire addio al calcio giocato. Il “Pazzo”, così ha sempre amato farsi chiamare, ha lasciato l’Hellas Verona lo scorso luglio. In questi mesi ha ricevuto qualche offerta ma nessuna proposta “stuzzicante” e stimolante per uno della sua età dove chiudere dignitosamente la sua carriera. Per ora manca l’ufficialità ma… Pazzini ha già voltato pagina, con quella determinazione e quella voglia di fare, di mettersi in gioco, che l’ha sempre contraddistinto, studia infatti da direttore sportivo, insieme ad un altro suo grande amico ed ex compagno viola, oggi supervisore dell’area tecnica gigliata, Dario Dainelli.
Era il 2005 quando a Firenze spunta un giovane Giampaolo il quale venne acquistato da quel vivaio ricco di incredibili talenti, l’Atalanta. Restò in riva all’Arno per ben cinque anni, tra alti e bassi, in quelle Fiorentine ricche di campioni riuscì comunque a mettere a segno 33 reti (per la maggior parte da subentrante) in 136 partite tra le diverse competizioni giocate. I suoi anni in maglia viola però sono sempre un po’ nell’ombra, il mister non sembra dargli troppa fiducia nonostante Pazzini sia un ragazzo ligio al dovere, ogni allenamento per lui è come una gara, massimo impegno e una gran voglia di spaccare il mondo. Verranno acquistati Luca Toni, Adrian Mutu e Alberto Gilardino, probabilmente anche per questo Giampaolo non riuscì mai ad “esplodere” completamente. Nel 2008 con indosso la maglia della Fiorentina Giampaolo in Champions League nella sfida contro lo Sparta Praga. L’attaccante non voleva crederci, calcare un palcoscenico così importante, uno di quelli che ti resteranno dentro per sempre, quelle emozioni riservate a pochi “eletti” nel corso della propria carriera calcistica.
E la sua esultanza, chi la dimenticherà mai? Ogni volta faceva esplodere quel tripudio di viola al Franchi…
“Toni faceva sempre il gesto dell’orecchio – disse poi Pazzini – a qualsiasi ora della giornata, a pranzo e a cena che significava “Ci sentite?” Così giocando insieme a Firenze in contrapposizione nacque il mio gesto “Ehi, ci vedete?”. È una cosa nata così per gioco, mi piace e ne sono affezionato”.
La sua avventura in viola finì tra l’incertezza quando un esasperato Pazzini lasciò a malincuore Firenze per cercare altrove il suo rilancio, il “Pazzo” sempre amato, ma mai abbastanza, lascia dunque il calcio con 199 gol siglati in carriera, proprio ad un passo da quella cifra tonda tonda dei 200.