Che era in forma lo aveva dimostrato agli Europei di Berlino, dove era stato finalista, ma anche ai recenti campionati italiani di Pescara dove aveva vinto il titolo e la maglia di campione tricolore. Una seconda parte di stagione dal rendimento costante quella del fiorentino Claudio Stecchi, portacolori delle Fiamme Gialle e cresciuto nell’Assi Giglio Rosso. Ora ha migliorato di ben sette centimetri il primato personale nel salto con l’asta, che era fermo da sei anni, dopo una serie di vicissitudini comprensive anche di una sorta di anno sabbatico. Stecchi ha saltato 5,67 a Linz, in Austria, e diventa così il sesto italiano di sempre nella specialità. La gioia arriva al primo tentativo alla misura, tra due ali di folla in tripudio. In precedenza era invece riuscito a superare i 5,60 alla seconda prova eguagliando quello che fino a oggi era il suo limite personale, ottenuto altre quattro volte in passato: nel 2012 indoor ad Ancona e poi a Bressanone, quindi nel 2013 a Rieti e nel 2017 a Liegi, in Belgio. Nella stagione in corso era arrivato a 5,52 all’aperto, ancora a Liegi, e in tre occasioni a 5,55 indoor. Era da quattro anni, dal 5,70 di Giuseppe Gibilisco a Rieti il 12 luglio 2014, che un azzurro non saliva così in alto.
È stata una gara in cui tutto è venuto facile – ha commentato l’atleta – perché ho saltato bene, a parte l’errore a 5,40. Peccato per l’ultima prova a 5,72 in cui mi sono sentito molto vicino, ma non ho usato la mia asta, che era troppo morbida per quella misura, e l’ho presa in prestito dal russo Morgunov. Se l’avessi utilizzata fin dal primo tentativo forse sarei potuto riuscire, considerando che a 5,67 c’era l’altezza per salire ulteriormente. Non pensavo neanche di esserci qui a Linz, a causa del fastidio che ho ancora all’inserzione del bicipite femorale sinistro che mi ha condizionato quest’anno, ritardando l’esordio all’aperto. Si chiude così la mia stagione, con un risultato che fa ben sperare per la prossima. Dopo sei anni, finalmente un po’ di felicità”.
Stecchi sembra uscito così definitivamente da una sorta di tunnel in cui sembrava essersi infilato, dopo gli anni da predestinato, comprensivi del record italiano juniores indoor di 5,31 fatto al Palasport di Firenze nel 2010.