Sorridente, in splendida forma, lusingato dai complimenti del Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, nella Sala Barile del Palazzo del Pegaso si avvicina ai giornalisti Marcello Mugnaini, ex ciclista professionista dal 1964, vincitore di due tappe al Giro e una al Tour nel 1967 prima del ritiro a seguito di una rovinosa caduta che gli procurò diverse fratture sul Mont Ventoux il 13 luglio 1967 a soli 27 anni durante la tredicesima tappa della corsa d’oltralpe.
Mugnaini meno di un anno fa aveva già varcato il portone che si affaccia su Via Cavour, sede del Consiglio regionale della Toscana per presentare nella Sala del Gonfalone il suo libro-biografia “Pane e Bicicletta“; un diario che attraversa successi, grandi sconfitte, sogni e passione per il ciclismo. Il libro è un tributo anche al proprio paese, il più piccolo capoluogo di Comune del Casentino, Montemignaio e come unico ciclista proveniente dal monte Secchieta, che divide appunto Casentino e Valdarno, oggi era accanto al primo cittadino Roberto Pertichini per presentare la nuova pista “Valle del Monte Secchieta”: un percorso trekking, mountain bike e ippovia che si articola su tre anelli, differenti per lunghezza e difficoltà, collegati da tre by-pass, interconnesso con i principali siti naturalistici del territorio di Montemignaio e dell’Alto Casentino (monte Secchieta, Consuma, Pratomagno, Parco della Foreste Casentinesi, Vallombrosa).
Orgoglioso del suo territorio Mugnaini ci confida un suo sogno “Mi piacerebbe che una tappa del Giro d’Italia passasse per Montemignaio; una cronoscalata Montemignaio – Secchieta fino a quota 1449 metri. Sarebbe davvero un percorso affascinante, sulle mie strade“. Poi ci racconta la bellezza di questa nuova pista tra natura e panorami mozzafiato, e a margine risponde a una nostra domanda in modo schietto e diretto: quale consiglio darebbe ai giovanissimi che iniziano a praticare il ciclismo. “Un ci vole furia! Lo dico ai ragazzi e soprattutto ai loro Babbi – poi aggiunge – questo sport è fatto di sacrificio, non ci vuole fretta per arrivare al livello professionistico e raggiungere traguardi prestigiosi. Il ciclismo va praticato con passione, e se poi non si riesce ad arrivare a grandi livelli, pazienza; almeno s’è fatto qualcosa per la nostra salute, per vivere meglio“.
E se lo dice uno splendido giovanotto di 78 anni, ci possiamo sicuramente credere.