Firenze- A pochi giorni dal debutto della Nazionale Italiana di Rugby nel Sei Nazioni 2018, domenica prossima alle ore 16 allo Stadio Olimpico (diretta DMAX canale 52 dalle ore 15.20) contro i campioni in carica dell’Inghilterra, c’è tanto fermento nell’ambiente della palla ovale per quella che sarà la prova degli Azzurri. Lo Stadio Olimpico si avvicina al tutto esaurito e Parisse e compagni sentono la grande responsabilità di non dovere deludere i propri tifosi.
A questo proposito in esclusiva ai microfoni di Supernews ha parlato Pasquale Presutti, da tre stagioni allenatore e responsabile tecnico della Toscana Aeroporti I Medicei, quest’anno neopromossa nel campionato di Eccellenza dove sta disputando un ottimo torneo, e consigliere federale in qualità di referente per la Commissione Allenatori e Sviluppo dei tecnici FIR (Federazione Italiana Rugby).Con quali prospettive l’Italia di Conor O’Shea affronta questo Sei Nazioni?
“Il giudizio è sempre positivo. Come Italia abbiamo un bel numero di ragazzi giovani nella rosa di Conor O’Shea e tutti speriamo di avere qualche bel risultato che dia forza a tutto il movimento. Sicuramente saremo presenti alle due partite in casa all’Olimpico a tifare per i nostri azzurri con la speranza e la volontà di vedere un’Italia in crescita”.
L’esordio sarà il 4 febbraio contro l’Inghilterra. Che partita si aspetta?
“Giochiamo contro la squadra campione in carica, tra l’altro la candidata di nuovo a riaffermarsi nel torneo, ma noi giochiamo in casa, è la prima partita e di solito se c’è qualche sorpresa accade proprio alla prima gara. Per noi è di sicuro un cammino difficile, però penso anche che noi dobbiamo cercare di fare sicuramente del nostro meglio, dando tutto quello che si può”.
La formazione titolare per il debutto contro l’Inghilterra verrà ufficialmente annunciata dal Ct Conor O’Shea e dal Manager Luigi Troiani questo venerdì pomeriggio, ma un aspetto che risalta fra i 31 convocati in raduno a Roma è la presenza di ben 14 esordienti assoluti nel Torneo ovvero i piloni Ferrari, Pasquali, Quaglio e Riccioni, il tallonatore Bigi, la seconda linea Budd, i flanker Giammarioli, Licata e Negri, il numero dieci McKinley e i trequarti Boni, Castello, Hayward e Minozzi. Nel complesso, dunque, si tratta di un gruppo giovane, con un’età media di poco inferiore ai 26 anni e una media di 20 caps in azzurro alzata dai veterani Parisse (129 presenze), Zanni (99 presenze), Ghiraldini (89 presenze) e Gori (65 presenze). Quanto alla provenienza delle squadre di Club degli azzurri, la maggior parte vengono dalla Benetton Rugby (in 15), seguita dalle Zebre (in 13). Il solo Licata rappresenta il campionato di Eccellenza mentre Parisse e Ghiraldini giocano in Francia, nel Top 14 rispettivamente con Stade Francais e Stade Tolousain.
Considerando la sua esperienza, Presutti, tanti giovani fanno comunque ben sperare per il prossimo futuro del movimento rugbistico in Italia?
“Sicuramente il movimento è in evoluzione, ci sono molti giovani. Ci sono dei ragazzi che si stanno affacciando nelle due franchigie, ragazzi di 19 o 20 anni convocati nella nazionale maggiore e facenti parte della rosa delle franchigie, per cui c’è ottimismo nel futuro. Si spera, quindi, che le promesse siamo mantenute e diventino conferme”.