Paolo Odogwu è tornato a vestire la maglia della Nazionale dopo quasi due anni di assenza: il trequarti del Benetton mancava infatti da Italia-All Blacks della Rugby World Cup 2023. Non sono stati due anni facili, con tanti infortuni a compromettere la crescita di un giocatore di grande talento che è finalmente riuscito a trovare continuità ed è stato autore di una buona prova anche nel successo dell’Italia contro la Namibia per 73-6 nella prima sfida del tour estivo degli Azzurri, che sfideranno il Sudafrica sabato 5 e 12 luglio.
Paolo, com’è stato ritornare in Nazionale?
“Sono stati due anni difficili, soprattutto causa degli infortuni, ed è stato davvero bello poter tornare di nuovo a vestire la maglia azzurra dopo tanto tempo. Sicuramente ci sono stati periodi non facili, ma credo che alla fine tutto questo mi abbia reso mentalmente più forte. Ho imparato a gestire meglio le delusioni e le difficoltà e ho capito che lavorando duramente e giocando bene con il Benetton avrei potuto ritornare in Nazionale, e così è stato. Sono contento”.
Il successo con la Namibia è stato importante in termini di fiducia? È arrivato anche un record… (miglior vittoria azzurra in trasferta come distacco, ndr)
“Sì, è un bel record ma la cosa importante è che questo risultato così netto sia arrivato tramite la prestazione. È stato fantastico, anche perché avevamo in campo una squadra piuttosto giovane e con molti giocatori o esordienti o che non avevano molti caps: vedere tutti dare il massimo e fare la prestazione che hanno fatto è stato davvero bello”.
Come valuti invece tua prestazione contro la Namibia?
“Penso sia stata buona. Ovviamente c’è stato qualche piccolo errore qua e là, era comunque la prima partita in Nazionale dopo tantissimo tempo, ma con le opportunità che ho avuto penso di essere riuscito a mostrare cosa so fare quando ho spazio, riuscendo a dare una mano alla squadra”.
Ora arrivano le due sfide più difficili: il Sudafrica sembra una squadra senza punti deboli. C’è qualche aspetto in cui possono essere attaccabili?
“Loro hanno uno stile di gioco molto intenso e aggressivo, soprattutto in difesa, quindi penso che se riusciremo a girare intorno alla loro linea difensiva quando saliranno a metterci pressione allora potremo trovare degli spazi al largo, ma dobbiamo essere pronti prima di tutto alla battaglia fisica, perché se non facciamo bene in quell’aspetto non possiamo giocarci la partita. Giocare contro i campioni del mondo sarà molto emozionante, sfidare gli Springboks in Sudafrica poi non è una cosa che capita spesso. Dobbiamo essere consapevoli che sarà una delle partite più dure che affronteremo. Dobbiamo essere pronti, scendere in campo senza paura ed esprimerci al meglio per provare a metterli in difficoltà”.
Parlando di te, in questa stagione hai giocato principalmente come ala, anche se finora sei stato principalmente un centro. In quale ruolo ti senti più a tuo agio? Quale preferisci?
“Sono due ruoli molto diversi ma mi piace giocare in entrambi, non ho una preferenza. All’ala ho molto più spazio e maggiore libertà di movimento, mentre da centro mi concentro principalmente sulla battaglia fisica e sull’attacco per linee dirette. Cambiare ruolo è quasi come cambiare mentalità, perché hai dei compiti molto diversi. Ad esempio contro la Namibia mi è piaciuto poter attaccare lo spazio, sfidare i difensori e cercare di creare delle opportunità per me e per i compagni, com’è successo con la meta di Leo (Marin, ndr). Mi piace giocare all’ala perché ho queste possibilità, anche se da centro si toccano più palloni, quindi alla fine ogni ruolo ha le sue peculiarità e mi piacciono entrambi: la cosa importante è dare sempre una mano alla squadra”.