Una mattina di inizio giugno abbiamo incontrato l’allenatore della squadra di Rugby Toscana Aeroporti I Medicei di Firenze, appena promossa nel Campionato di Eccellenza, Elite del Rugby italiano.
Un volto scolpito dalla roccia della Marsica, suo luogo natio, un parlare semplice e diretto, uno sguardo che cerca sempre il tuo, iniziamo così una chiacchierata a 360° sul mondo della palla ovale e non solo.
Iniziamo chiedendo come un ragazzo di Trasacco, Abruzzo, abbia preso una palla ovale in mano e non una da calcio.
Veramente, ci dice Presutti, anche io giocavo a calcio, e qui salta subito in evidenza la somiglianza con Burgnich, terzino dell’Inter di Herrera e della Nazionale Vicecampione del Mondo, ma poi, una volta arruolatomi in Polizia, tramite una selezione a Padova, ho scelto il rugby.
Ed a Padova Presutti, dopo le prime esperienze con la squadra delle Fiamme Oro, vince 4 scudetti negli anni ’70 da giocatore e 1 da allenatore nel 2010/2011.
Gli inizi come allenatore in seconda della squadra satellite del mitico Petrarca, i Tre Pini, nel 1981/1982 fanno dell’ex pilone un esperto del gioco, della panchina e dei giovani riguardo ai quali, dice, siamo noi allenatori-educatori che dobbiamo adattarci a loro e non viceversa, la società è cambiata, indietro non torna e l’approccio che devo avere con loro non può essere quello dei miei tempi.
Mentalità aperta che affonda le sue radici su un buon senso ed un pragmatismo che sono i presupposti per far sì che alla base di una squadra ci debbano essere organizzazione e disciplina, basi non solo nello sport, ma anche nella vita, le sue parole, e su un fisico da legionario romano fanno ancora più effetto.
Il gruppo, e qui con orgoglio ed affetto mi ricorda che alla discussione della Tesi del giovane Lorenzo Savia c’era lui con buona parte della squadra dei Medicei, e che Lorenzo ha ottenuto il voto più alto tra i laureandi di quella mattina, mens sana in corpore sano. Organizzazione e Disciplina!
E l’approccio con i Medicei?
Una telefonata del Presidente Lucibello, ma al momento l’allenatore era impegnato con le Fiamme Oro, poi una corte serrata, fino a che Presutti ha detto sì, non solo all’idea Medicei, ma anche a Firenze, alla qualità della vita e nelle sue parole traspare l’ammirazione e l’amore per la nostra città. Sì, mi ripete, a Firenze sto bene, io e mia moglie viviamo sereni circondati da tanta Bellezza!
Si torna a parlare di campo, della figura del mental coach, della psicologia di un allenatore nel gestire una rosa di 40 giocatori, di saper ottenere da loro il meglio e cita un altro grande dello sport, Julio Velasco, allenatore storico dell’Italvolley. Bisogna impiegare gli atleti nelle cose che sanno fare e chiedere loro il meglio; detta così pare un’ovvietà, per tradurla in campo ci vogliono le personalita alla Presutti, alla Velasco, alla Cesare Rubini, altro guru dello sport italiano.
E poi parliamo del gruppo, della felicità di giocare insieme, di fare squadra, mi guarda diretto e con voce serena, sicura, decisa mi dice: A me piace vincere!!!!
E con orgoglio sottolinea come i Medicei abbiano chiuso la prima fase del campionato secondi come differenza punti fatti punti subiti, ma nella seconda fase, Prima! per mete, punti fatti, punti subiti e sul volto rude dell’antico pilone spunta un sorriso dolce al pensiero del gioco dei suoi ragazzi. Ne è proprio fiero, come lo è di aver portato Firenze nel gran Rugby con un bel gioco del rugby.
Da uomo di sport sottolinea che non tollera le sceneggiate di alcuni giocatori che chiedono i falli, reclamano cartellini; l’Arbitro è giudice inappellabile e le proteste sono inutili come i freezer per gli esquimesi.
Ripete il suo mantra, “a me piace vincere”, e mi cita solo allenatori vincenti, mi parla del Milan di Sacchi ma ancor più del Milan di Capello, della sua voglia di vincere.
E il Rugby italiano come sta?
Quantitativamente bene, è la risposta di Presutti, difficile trovare la qualità, grande il movimento, ok Accademia, bene le Union, ma anche il saggio abruzzese nota che la forbice tra l’Italia e le altre del 6 Nazioni si è allargata.
Ed a Firenze, il futuro del rugby ?
A Firenze si possono mettere basi solide per un buon campionato di Eccellenza, ma non solo, c’è movimento, si può lavorare.
Così parlò chi ha portato al Ruffino Stadium oltre 1000 persone e 700 a Parma nella finale per la Promozione, che si sente coinvolto nel progetto, che ha scelto il nuovo acquisto, l’estremo sudafricano Basson, non solo come giocatore, ma anche come preparatore per i trequarti.
È stato un onore oltre che un piacere, scambiare quattro chiacchiere con un grande allenatore ed un grande psicologo. Salutandomi mi ha detto che andava a parlare con dei suoi giocatori, uno che vorresti avere sempre con te, alla tua destra in una mischia, ma soprattutto un Uomo vero, un Uomo di sport che a Firenze vive felice!
Grazie Pasquale Presutti.