Chiusura amara per l’Italia nella sessione serale dell’ultima giornata degli Europei di atletica di Berlino. Dopo il bronzo di Rachik e le due medaglie a squadre arrivate in mattinata dalla maratona (oro a squadre per gli uomini, argento per le donne, vedi la notizia qui: https://www.firenzeviolasupersportlive.it/index.php/2018/08/12/europei-di-atletica-un-bronzo-e-altre-de-medaglie-a-squadre/ ).
Presto fuori la 4×100 uomini per squalifica, undicesimo Claudio Stecchi nell’asta con i tre errori a 4,65 che sarebbe stato primato personale, le ultime speranze di medaglie erano riposte nella 4×100 donne. Poi c’era da seguire con affetto e simpatia Isabel Mattuzzi nella finale dei 3000 siepi, dopo che comunque già in qualificazione aveva migliorato di 16 secondi il proprio primato personale firmando la seconda miglior prestazione italiana di sempre (9’34”02), chiude fanalino di coda in 9’44”, ma va bene anche così…
4×100 DONNE
Nella prima delle due semifinali della 4×100 donne il quinto tempo che dà virtualmente l’accesso alla finale è quello della Spagna: 43”38, quinta. Le prime tre vanno direttamente in finale. Nella seconda batteria c’è l’Italia, a cui comunque non serve nemmeno il riferimento del cronometro perché il quartetto azzurro chiude al terzo posto e quindi qualificazione diretta per la finale.
In pista la veronese Joanelis Herrera (al posto di Anna Bongiorni che si è fatta male nel secondo turno dei 100) Gloria Hooper, la senese Irene Siragusa e la fiorentina Audrey Alloh (che non ha partecipato né ai 100 che ai 200) che nella parte finale rinviene e reagisce negli ultimi 30 metri ed è terza. L’Italia pasticcia un po’ nei cambi ma alla fine l’obiettivo minimo è raggiunto: la finale.
L’Italia chiude settima in finale in 43”42, miglior tempo dell’anno, ma consola poco, anche se le azzurre si dichiarano soddisfatte del miglior risultato cronometrico dell’anno.
4×100 UOMINI
Prima semifinale senza l’Italia; 39”09 è il quinto tempo. L’Italia si schiera con Filippo Tortu in ultima frazione. In prima c’è Federico Cattaneo in prima, poi Fausto Desalu, in terza Davide Manenti. Non c’è Jacobs in batteria. Il quartetto è lo stesso che ha vinto con 38”49 i Giochi del Mediterraneo. L’Italia è terza, anche grazie alla caduta in corsia interna del quarto (e del terzo) frazionista
tedesco. L’Italia fa 38”82, i cambi appaiono già empiricamente tutti abbastanza pasticciati. Poi arriva la doccia fredda. Il cambio tra Desalu e Manenti (pasticciato alquanto, il testimone non veniva “mollato” mai) è fuori settore. Squalificata l’Italia. Addio a ogni sogno e velleità…
ASTA, STECCHI C’ERA NELLA GARA PIU’ BELLA DEL SECOLO
Claudio Stecchi, che inizialmente non faceva parte della nutrita lista dei convocati per questi Europei e che vi è stato aggiunto, invece, giustamente, in extremis, si gioca le sue carte nella finale dell’asta. Fa 5,30 alla prima, 5,50 al secondo tentativo (che poi in realtà è di fatto la ripetizione del primo per un errore tecnico della giuria nel posizionare i ritti) che è ok con margine. E quindi va virtualmente in testa alla gara. Ora c’è da fare 5,65, che sarebbe primato personale di 5 centimetri, con il tecnico Riccardo Calcini che trepida in tribuna. Il primo tentativo è appena abbozzato, Stecchi si lancia sul saccone, senza tentare nemmeno l’acrobazia. Nel secondo tocca l’asticella con la gamba, il terzo è discreto ma non basta. Finisce undicesimo.
Nella gara più bella degli ultimi decenni con la vetta dei 6 metri superata più volte, sia dal francese Lavillenie (bronzo) sia dal russo Morgunov (argento) ma soprattutto dal ragazzo classe 99 che ha più volte migliorato il record mondiale Under 20: lo svedese Duplantis che fa 6,05 (aveva un primato personale prima dei Campionati di 5,93) quarto atleta della storia a queste quote e mette in riga tutti i big, firmando il la più bella prestazione tecnica dell’Europeo.
L’Italia chiude con quattro medaglie di bronzo, più le due medaglie a squadre nella maratona.